35 Sfida Emotiva
Eccomi 🙂 oggi vorrei scrivere dello SPECCHIARSI stando in relazione con gli altri. In questi giorni di assenza di contatto fisico con il mondo esterno, ancora di più capisco quanto stare in relazione non sia come mettersi davanti allo specchio e, da soli, guardarsi. C’è qualcosa in più, perché quando siamo di fronte ad un’altra persona, spesso questa ci rimanda un’immagine di noi che magari non avevamo colto, oppure che pensavamo non fosse così evidente o che, non piacendoci, avevamo deciso di metterla da parte. Quando siamo davanti ad un’altra persona, con cui siamo in relazione, e proviamo fastidio, o facciamo fatica, spesso è perché l’immagine che ci arriva è proprio di quella parte nostra con cui non abbiamo ancora fatto pace. Guardiamo l’altro e capiamo che ci stiamo specchiando in una parte precisa di noi stessi. Credo che sia per questo che, a volte, viviamo la difficoltà dello stare in relazione, perché, mentre crediamo di vivere la fatica nell’incontro con l’altro, in realtà è con noi stessi che abbiamo viaggi sospesi che tornano a farci visita, o che, nella certezza di averli chiusi a chiave, pensavamo si fossero stancati di bussare, e così lo sguardo dell’altro diventa come uno specchio-calamita che attira, ed aspira, la nostra polvere interiore che avevamo deciso, più o meno consapevolmente, di mettere sotto il tappeto, in fondo al cuore. Ci sono persone che sono dei veri e propri magneti, richiamando alla luce la parte di noi che magari volevamo tenere al buio, anche perché in continuo dialogo interiore. Possiamo decidere di fare un passo indietro e non stare più in una relazione, smettendo di specchiarci in essa, se questo ci fa troppo male, senza, però, dimenticare che con quei pezzetti scomodi di noi, la pace va fatta. E magari possiamo, forse, anche imparare a ringraziare quel fastidio che arriva specchiandoci nell’altro, perché se lo guardiamo bene, possiamo capire quanto sia un prezioso cartello stradale che indica le nostre stanze interiori impolverate, dandoci l’opportunità di pulirle o anche di lasciarle così, sempre, però, tesi ad essere liberi di vivere noi stessi come sentiamo di farlo, al di là della nostra immagine nello specchio speciale che l’altro rappresenta.
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