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Apr 27, 2020 | Sfide emotive | 0 commenti

Prendere decisioni

38 Sfida Emotiva

Oggi voglio iniziare la settimana scrivendo di una abilità di vita, secondo me, parecchio complessa che è quella di PRENDERE DECISIONI. Anzi prendere BUONE decisioni.

Complessa perché, quando si sceglie, ci sono diverse possibilità e conseguenze che ne possono derivare.

Complessa perchè non esistono buone decisioni in assoluto, dipende dalle persone coinvolte, compresi noi stessi, dal contesto e dall’ambiente.

Quando prendiamo una decisione ascoltiamo quale pezzetto di noi? Perché avere consapevolezza che, in ogni decisione, ci sia una parte di noi che non sceglie o che resta inascoltata, è fondamentale.

Quale nostro valore vogliamo seguire? Qual è il senso del nostro prendere decisioni?

Quale bisogno desideriamo soddisfare?

Prendiamo decisioni pensando al nostro benessere o a quello delle persone che amiamo?

Siamo disposti a pagare il prezzo di una decisione sbagliata altrui? O nostra?

Valutiamo le conseguenze emotive future di ciò che decidiamo oggi, oppure agiamo d’istinto nel presente?

La risposta a queste domande non penso possa essere sempre netta, ma è importante farsele per conoscersi, e cogliere l’arcobaleno di colori che abbiamo dentro e capire che, non scegliere, sarebbe un po’ come voler usare, in un disegno, tutti i colori insieme nello stesso istante.

Conoscerci ci permette di fare chiarezza perché, a volte, a spingerci può essere un’emozione, altre un pensiero, altre ancora una persona, un bisogno, una difficoltà, una paura, un desiderio, un sogno, la voglia di spingersi oltre i propri limiti o il desiderio di rispettarli.

Prendere decisioni, a volte, è anche complicato perché tu useresti un colore, mentre chi ti sta al fianco ne userebbe un altro, ma il disegno da colorare è lo stesso per entrambi.

Prendere decisioni quando la posta in gioco è elevatissima e coinvolge altri, è complesso perché ci sarà sempre qualcuno che non puoi accontentare e che, scontento, dirà che hai scelto male, infatti prendere decisioni ha, anche, a che fare con la capacità di sostenere le critiche e il giudizio altrui, che sono un po’ come il sale su un taglietto che brucia: lo eviteremmo volentieri.

Prendere decisioni, a volte, ha a che fare con un ruolo che si ricopre, pubblico o privato, e la decisione cambia se agisci in un contesto, piuttosto che nell’altro.

Una decisione può essere giusta per la propria famiglia, ma non giusta per un’altra, giusta per me, ma difficile da accettare per chi mi sta di fronte.

La stessa decisione è giusta per noi in un periodo, ma non lo è in un altro, perché esiste un tempo buono e giusto anche per la stessa decisione che coinvolge la stessa persona.

Ascoltarsi è fondamentale per questo, nella consapevolezza di essere sempre pronti ad accettare, senza giudizio e condanna, una decisione sbagliata.

Ecco perché credo che prima di esprimere il proprio parere sulle scelte altrui bisognerebbe davvero fare non uno, ma dieci passi indietro e magari scegliere il silenzio, perché accogliere con pazienza la decisione altrui, a volte, ci permette di allargare, dentro di noi, quello spazio in cui seminare fiducia nel processo e nel flusso nei quali ci troviamo coinvolti e toccati, senza porre resistenze inutili che ostacolerebbero il nostro fiorire.

E quando siamo noi a prendere decisioni dedichiamoci la stessa indulgenza che dedicheremmo ad un bambino che sta imparando ad andare in bicicletta, senza le ruote di dietro: teniamo stretta la bici per un piccolo pezzo, poi lasciamo andare e rischiamo, lui cadrà e si rialzerà, ci guarderà sorridendo o forse spaventato, si sbuccerà le ginocchia, ma tornerà a salire sulla bici, perché il suo desiderio di imparare è più forte della paura di cadere di nuovo, e cadrà di nuovo! Ma di nuovo si rialzerà, e forse ci chiederà di scegliere al suo posto continuando a tenere stretta la ruota, ma noi lo sappiamo bene che prendere le nostre decisioni spetta solo a noi, e la mano, dalla ruota, va lasciata andare.

Impariamo ad andare in bicicletta da soli, ma, comunque, cadremo ancora, perché aver imparato non rende impossibili altre cadute future, un po’ come la vita, forse diventi solo più bravo a proteggerti, ma non esiste vaccino che impedisca cadute, errori, sbagli, decisioni non giuste, o che arrivino in ritardo.

Imparare a prendere buone decisioni per noi stessi, non ci rende immuni da prenderne di sbagliate, e forse è anche giusto così, perché ciò che ci permette di evolvere ha molto a che fare con il tentare e ritentare, proprio in quella dolce e forte resilienza che ci accompagna nel cammino della nostra vita solo se guardiamo, con dolcezza, la complessità delle nostre anime e del nostro prendere decisioni, sperando che siano buone.

Ci sono tre domande che ho imparato, in questi anni a farmi quando prendo decisioni, sono le tre domande dell’intelligenza emotiva:

  • Perché?
  • Come?
  • Cosa?

Mi aiutano parecchio, le risposte illuminano la scelta.

Ho deciso di condividerle con voi nella speranza che possano essere un suggerimento utile.

Se così vi sembra, vi chiedo di condividere il mio post e continuare ad allenarvi nella conoscenza di sè.

#restiamoacasa #scegliere #prenderedecisioni #vita #coraggio #fiducia #dipendedanoi

 

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