Il #viaggionelleparole inizia con la parola RADICE.
È un sostantivo femminile e come tale parla di sostanza, ecco perché mi sono accesa!
E perché ha riportato il mio cuore a diverse altre parole.
Radice nel linguaggio è l’elemento irriducibile di una parola.
Radice parla di principio, di origine, di radicamento e di parte sotterranea, nascosta.
La radice del dente, ad esempio, è la sua parte più profonda, invisibile all’occhio.
In matematica, quando si parla di radice, si fa riferimento ad un numero elevato ad una certa potenza.
Spesso ci troviamo a dire “mettere radici” quando vogliamo stabilirci in un luogo, oppure “gettare le radici” quando vogliamo iniziare una relazione o un progetto sul quale riporre fiducia.
Le emozioni che nascono nel mio cuore sono legate alla stabilità, alla profondità, all’essere irrinunciabile, ma anche al potere di elevazione, d’altronde se non ci sono basi solide, che sia un’idea, un rapporto, o un impegno, costruirci sopra risulta complesso, forse impossibile.
Così come se non esiste radicamento, che crea intreccio invisibile, ma forte e potente, in grado di sorreggere.
Il verbo radicare significa proprio inserirsi profondamente, e io credo che farlo ciascuno su sé stesso, sia l’unica via per quella fioritura autentica per cui siamo su questa terra.
La sfida sta proprio nel rafforzare ciò che crea la nostra stabilità, entrando nel nostro profondo più intimo, permettendo, allo stesso tempo, quella spinta evolutiva verso l’alto che farà da base, a sua volta, ai fiori e ai frutti del nostro albero.
Con un’aggiunta: se il terreno in cui siamo non ci nutre, possiamo sempre sradicarci!
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