Era arrabbiata e dispiaciuta.
Erano state dette tante parole.
Forse troppe.
Alcune sbagliate.
Altre giuste.
Si sentiva come quando vorresti dirne ancora tante, ma sai che ogni parola in più significherebbe un malessere in più.
Così decise di tacere. Con la bocca.
Perché la testa, quella, non taceva mai.
Non c’era momento in cui non ripensava a quanto si erano detti ed a quante cose ancora volevano dirsi.
Ci sono frasi, espressioni, atteggiamenti che, se messi in fila, rivelano pensieri non espressi, parole non dette, emozioni non vissute.
Così pensava che, forse, le parole a volte non hanno potere, anche se le amava tanto.
Possono spezzare, possono ferire, possono essere fraintese.
Ecco il sassolino nella scarpa: essere fraintesi.
Era a quello che stava pensando da tutto il giorno.
Poi come un lampo nella sua mente, pensò che ci sono emozioni e slanci che sono solo passioni.
E le passioni si vivono così come arrivano, senza regole, senza programmi e senza un perché.
Non bisogna definirle con parole, perché non vogliono le etichette e viaggiano libere.
A lei, però, le etichette davano sicurezza. La facevano sentire protetta.
Non era abituata a viaggiare nella nebbia delle emozioni non definite o delle parole taciute.
Non le piaceva litigare e con lui ancora meno, lo capiva ogni volta sempre di più.
Ma accadeva sempre quando lei chiedeva risposte che non arrivavano.
Lo metteva al muro con le sue domande, e lui, messo al muro, sputava silenzi.
Ma i silenzi sono comunque parole.
Parole mute che nutrono i dubbi e le paure.
Lei usava le parole per capire, lui i silenzi per spiegare.
Lei non riusciva a fidarsi totalmente e lui pretendeva che lei lo facesse a prescindere.
Si erano conosciuti per le parole che si erano scambiati, ed oggi litigavano per le parole.
Lei decise di tacere e tenerle per sé.
Lui si stava già allontanando da lei e dalle parole con lei.
Erano state amare per lui. Troppo.
Forse entrambi avevano dimenticato che le parole migliori sono quelle che si leggono negli occhi che brillano e non hanno bisogno di suoni, perché la luce parla e racconta favole meravigliose che ti entrano nel cuore e non se ne vogliono andare più.
Lei amava le favole.
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