Gemma voleva che il suo corteggiamento non finisse mai.
Che fosse sordo come chi non cerca risposte.
Che fosse vivo come chi desidera da più profondo del cuore amare una persona in ogni istante al di là di tutto e tutti.
Che fosse cieco come chi non guarda, perché sente.
Che fosse bambino perché pieno di entusiasmo e voglia di giocare.
Che fosse delicato come la carezza che si riserva ad un neonato.
Che fosse pieno di passione non al momento della conquista, ma durante e dopo.
Ecco lei sognava che durasse dopo.
Dopo la fine di ogni speranza.
Dopo che tutto era andato perduto.
Voleva che dopo tutto ci fosse ancora lui a volerla.
Sempre.
Anche senza averla, perché in fondo amare non è sempre possedere.
Quella mattina stava per comporre il suo numero e dirglielo, così quasi sputando fuori ogni sua emozione e sensazione, ma si frenò, decise che non era giusto, in fondo non aveva nemmeno la certezza che lui l’avesse amata sul serio e per davvero.
Si mise alla scrivania e gli scrisse una lettera che non avrebbe mai spedito. Lo sapeva già.
Le parole le uscivano come acqua da una bottiglia forata, senza freno e senza una logica precisa.
Mentre scriveva capiva che tutto ciò che sentiva non aveva né capo né coda, non aveva una spiegazione, non aveva un perché, non si fondava su nulla, e non andava da nessuna parte precisa.
Erano parole dettate da emozioni vissute, smorzate, sperate, sognate, negate, ma sempre tenute a distanza.
Chiuse la lettera in una busta sigillata, aprì il cassetto della scrivania e la infilò sotto altre lettere.
Tutte non spedite.
Tutte pensate in momenti diversi della sua vita.
Sorrise.
E pensò che un giorno forse le avrebbe aperte e lette tutte, oppure, chissà, forse anche bruciate, perché l’attimo vissuto era passato, così come l’emozione che l’aveva spinta a scrivere o forse perché tutto ciò che si vive passa nel momento in cui lasci andare.
Fu quello il momento in cui capì che non voleva più lasciare andare.
Non voleva più resistere.
Resistere a ciò che la faceva sorridere nel cuore.
Lui non sarebbe tornato, questo lei lo sapeva, ma una cosa non poteva portarle via mai più: ciò che avevano vissuto insieme.
Chiuse gli occhi, serena, con un sorriso che veniva da lontano.
Lo stesso sorriso di chi riesce a trattenere ciò che sfugge via.
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