Ripartire da noi stessi, andando ben oltre i nostri bisogni che spesso cerchiamo di soddisfare andando fuori di noi, è una sfida che dà un sapore unico alla vita.
Restare con noi stessi.
Restare in noi stessi.
E nutrirsi.
Nutrirsi con semplici gesti, con scelte anche faticose, ma intense, perché frutto di una grande consapevolezza, con atmosfere leggere, con risate spontanee fuori programma, con la voglia di volersi bene, semplicemente, senza possedere, con la delicatezza di chi entra nelle vite altrui in punta di piedi, perché conosce perfettamente le traversìe della vita.
Allora parliamo solo se ci va.
Restiamo in silenzio se sentiamo che è quello che ci vuole.
Prendiamo serenamente le distanze da chi ha una melodia nel cuore che stona con la nostra.
Non restiamo per forza o per abitudine in un’amicizia, in un amore, in una relazione.
Restiamo solo se sentiamo che il nostro cuore si scalda.
E se l’anima dovesse ferirsi, lasciamo che si lecchi le ferite così come fa un gatto nella sua solitudine.
Tornerà a brillare di una luce speciale, la luce che viene da dentro, solo attraverso le crepe della vita.
Chiedere agli altri per noi stessi è meraviglioso, ma imparare a farlo noi, per primi, è la vera meraviglia.
Arriva un punto in cui lo senti che non cerchi fuori da te, che non tutto si può avere sotto controllo e non tutto ciò che accade dipende dalla tua volontà, ma se ti prendi per mano, e stringi forte nelle vie in salita, la senti una forza tua, personale, privata, potente e fragile che, pian pianino, cresce dentro e ti sostiene lungo il viaggio.
Un infinito, delicato, tenero e imprevedibile viaggio verso se stessi.
0 commenti