Questa mattina mi sono svegliata con un verbo nella mente: RESTARE che significa: stare ancora, come una vera e propria ripetizione dello stare.
E ho pensato a tutte le persone che sono rimaste nella mia vita e a quelle che invece hanno deciso di andare.
Ho pensato alla bellezza del RESTARE perché ci vuole abbastanza cuore da andare oltre, per riuscire a mettersi in connessione con ciò che conta davvero e che non passa: l’amore puro e vero.
Quello che non sente i temporali della vita, quello che ti fa accogliere la distanza e i silenzi, quello che ti sembra lontano, ma poi è lì, quello che si allontana, ma torna, quello che ti permette di sentire anche al di là delle azioni e delle parole.
Lo stesso amore che fa delle differenze una ricchezza e non un ostacolo o un motivo per andare.
Io quando sento che una persona desidera RESTARE nella mia vita, mi commuovo profondamente perché so di essere diversa e di sentire diversamente.
Conosco le mie pesantezze e profondità scomode.
Conosco i miei limiti e i miei schemi che, pur lavorandoci su, tornano a trovarmi.
Ma una cosa di me la so molto bene, oggi più di ieri: io ci metto il cuore.
E credo che RESTARE abbia molto a che fare con quello.
Ecco perché faccio così fatica a lasciar andare.
Oggi, però, so che posso anche scegliere di NON RESTARE, ma so che se lo faccio sarà sempre perché il mio cuore non è riuscito a sentirne un altro.
Così ho pensato che, forse, chi resta è chi ha la capacità e la volontà di cercare il cuore dell’altro, facendosi guidare dal proprio.
E non è facile, perché a volte è nascosto, altre ferito, altre congelato, altre ancora sembra assente, eppure c’è sempre.
Si può essere stanchi, affaticati, in pensiero, distratti, arrabbiati, senza energia, pieni di paura e non si ha voglia di mettere i cuori in comunicazione, al di là del proprio sguardo all’altro o alla vita.
Per poterlo fare, oltretutto, è necessario che il nostro cuore sia aperto, e non è così per tutti e soprattutto, spesso, non coincidono i momenti di apertura negli incontri della vita che è tanto complessa e spesso complicata.
Il cuore chiuso, però, come un contenitore sigillato, non fa entrare nulla, neanche il bene.
Pensiamoci quando crediamo di non riuscire a RESTARE.
Chiediamocelo se siamo aperti e se ci sentiamo connessi al nostro cuore o se abbiamo provato davvero a sentire quello altrui, nonostante tutto.
Fermiamoci e ricordiamo cosa il nostro cuore contiene e cosa desidera davvero.
Perché RESTARE ha dentro di sé la magnifica magia della ripetizione dell’amore che, come un fiore, ogni giorno spunta e rispunta per vivere la sua essenza.
E noi siamo qui per questo: ESSERE chi siamo e viverlo.
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