Il potere delle parole esiste.
Non lo puoi toccare, ma lo vedi e lo vivi.
Perché una parola trasforma, include, esclude, avvicina ed allontana, crea gentilezza o arroganza, porta conforto, si prende cura, dona calore ed amore.
Può anche ferire di una ferita profonda che non sanguina dove si vede, ma dove si forma l’amore verso noi stessi.
Crea false idee e ne distrugge altre e nel frattempo forma il pensiero.
E’ importante pensare a quanto potere abbiano le parole che ci scambiamo, sono doni che non si scartano, non le possiamo comprare, si vanno a nascondere nelle parti più intime di noi e ci aiutano ad essere chi vogliamo essere o ci bloccano impedendo ai nostri sogni di volare.
Basta poco.
Ne basta una sbagliata.
O una giusta.
Amo immaginare le parole come tante farfalle che volano da un cuore ad un altro, come se questi fossero giardini nei quali abitare al caldo.
E’ importante anche il momento in cui si decide di donare le parole.
La parola giusta al momento sbagliato non aiuta, così come la parola sbagliata al momento giusto può svegliare la forza e il coraggio di reagire, che erano addormentati.
Mi piace l’idea di prendermi cura delle mie parole, delle mie farfalle, di quelle che ho dentro di me e di quelle che voglio donare o tenere per me stessa.
Mi piace pensare al loro potere di creare e costruire.
Mi piace ricordare il loro potere di allontanare, per decidere di usarle per proteggermi.
Mi piace ricordare il loro potere di distruggere per tacere o urlare per cambiare ciò che bene non è per me.
Ci sono parole che escono colorate, ma arrivano agli altri in bianco e nero, perché ognuno ha un suo modo personale di vedere la vita e le parole.
Ci sono parole in bianco e nero che vengono percepite di mille colori perché sono quelli che si vogliono vedere e vivere.
Io le amo le parole.
Quelle scritte.
Quelle dette sottovoce o urlate con amore e passione.
Quelle dette a voce ferma con la voglia di riscatto e quelle dette con voce tremante per la paura, quelle commosse, e quelle che si vogliono tenere dentro al cuore, ma che poi escono mute dagli occhi.
Amo le parole dedicate a chi non se le aspetta ed amo donarle a chi è lì in attesa di riceverle.
Le parole aggiustano le crepe che la vita crea o possono rompere equilibri raggiunti con fatica dentro ognuno di noi.
Le parole creano ciò che già esiste perché parlano di noi e di come noi andiamo per il mondo.
Amo le parole dolci, quelle che senti che portano luce e speranza, quelle che ti mettono in contatto con ciò che hai dentro, quelle che allenano il coraggio e che portano ad agire o decidere di fermarsi e di lasciare andare, quelle che ti fanno ridere davvero, quelle trasformate in musica, quelle che formano poesie e racconti, quelle che suscitano emozioni belle, quelle che ti fanno sognare e quelle che ti ricordano la tua forza e la tua preziosa fragilità.
Amo le parole che cuciono perché riparano, quelle che accolgono perché proteggono, quelle che stimolano perché donano fiducia, quelle dirette perché portano con sé autenticità.
Ci sono parole che arrivano stonate alle nostre orecchie perché prima di tutto feriscono il nostro cuore, quelle lasciamole andare, non le tratteniamo, guardiamole come si guarda una goccia di acqua che scorre leggera sul vetro senza bagnarci.
Doniamo le parole che vogliamo sentire.
Abbandoniamo quelle che ci schiacciano e ci impediscono di guardare noi stessi e gli altri con indulgenza ed accoglienza.
Teniamo strette al cuore quelle che ci fanno sentire amati, accolti e stimati o anche solo visti davvero per quello che siamo, al di là delle nostre stesse parole.
Perchè ce ne sono alcune, che amo chiamare mute, che sono occhi che ti guardano o che si abbassano a terra, mani che accarezzano o che evitano il contatto, abbracci che stringono o abbracci negati, che parlano di noi, dei nostri colori e delle nostre fatiche, della nostra luce e delle nostre ombre, delle speranze e delle promesse tradite.
Fermiamoci ed ascoltiamole tutte.
Le abbiamo dentro, le diciamo a noi stessi e scegliamo se donarle agli altri.
Ricordiamo il potere delle parole per ricordare chi vogliamo essere e cosa vogliamo portare nel mondo.
E ricordiamolo, soprattutto, quando le parole che sentiamo o che ci dedicano gli altri non sono quelle che avremmo voluto per noi, perché si può sempre trasformare o cambiare.
Ci sono parole urgenti, parole che escono insieme alla rabbia, parole che restano incastrate in gola con la paura, parole da rimandare, parole che strappano sorrisi o raccolgono lacrime, che riportano alla memoria momenti speciali, che ti accompagnano nei momenti più bui.
Io amo le parole, amo scriverle e donarle.
Amo riceverle, sentirle e vederle.
Amo le parole d’amore che trasformano più di ogni altra cosa al mondo.
Ma soprattutto amo le parole che mi aiutano ad essere chi sono, a ricordare chi non voglio essere e a vivere la vita che desidero.
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