Tace di notte la bocca.
La mente no, quella no. Si sveglia e parla come fosse una bocca.
Quella notte però anche la bocca cominciò a parlare.
Parlò a lui che dormiva e non la ascoltava.
Gli confessò tutti i suoi tormenti, le sue paure, i suoi sensi di colpa.
Lei sapeva che vivendo così, accontentava solo una parte di se stessa, l’altra doveva stare buona, nascosta, muta.
Non poteva farsi viva, senza invito, alla festa della vita.
Ma la notte era il suo momento.
La sua festa migliore.
Si svegliava e ballava sulle corde dei suoi sentimenti più intimi ed oscuri.
Lui non lo sapeva perché dormiva.
Sonno traditore.
Sonno consolatore.
Solo davanti ai suoi occhi chiusi la bocca riusciva a parlare.
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