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Feb 25, 2020 | Pensieri | 0 commenti

La paura

La paura è un’emozione potente.

Travolge la mente rapendo il cuore che arriva prima ed affannato rischia di prendere decisioni senza lucidità.

Cuore annebbiato che cammina su una strada senza leggerne la segnaletica.

La paura blocca, congela, immobilizza i sensi, quasi tutti.

La paura ti impedisce di rischiare e di provare.

Nasce nella mente e rapisce il cuore.

Esplode nel cuore sequestrando la mente.

La paura ci impedisce di guardare le persone per quello che sono davvero, perché a guardare non siamo noi, ma è la paura stessa che fa luce solo su di sè.

Sì, perché la paura ama se stessa molto più di quanto io la ami.

E’ un filtro che impedisce ed inibisce.

Quante scelte non si fanno per la paura? E quante si fanno proprio per paura?

Paura di morire, paura di perdere qualcuno o qualcosa, paura di vincere, paura di restare solo, di sbagliare, di soffrire, di gioire, di non conoscere abbastanza, paura di pentirsi, di cambiare, paura di restare, di andare e non tornare, paura di fraintendere, paura di invadere, paura di essere se stessi, paura del giudizio, di restare senza amore, di lottare a vuoto, di volere chi non ci vuole, di lasciar andare chi non ci aiuta.

Viviamo cercando di sfuggirla in tutti i modi, ma poi lei sbuca dietro l’angolo e ti si attacca come colla dentro al cuore.

Continui a dire che la vuoi mandare via, e le fai anche la guerra, che poi la fai a te stesso, perché così ci resti attaccato come fa un bambino che non si stacca dal seno materno ormai senza latte, pensando di essere nutrito ancora, quando in realtà, ad essere nutrita, è solo la paura di non essere più amato ed è per quello che non ti fa staccare.

La paura non ti fa sentire libero, perché ti lega le mani, chiude la bocca o la spalanca verso la rabbia, appesantisce le ali dei sogni, nasconde i desideri e le risorse.

L’occhio non è più trasparente perché la lente con cui guarda al mondo è troppo amica della paura che sente il cuore.

Ecco perché non amo chi fa leva sulle nostre paure per guidare le nostre azioni, i nostri pensieri, le nostre scelte ed emozioni.

Lo si può fare sottilmente o grossolanamente, lo si può fare per indebolirci o per guidarci come macchine telecomandate che viaggiano nel mondo, senza uscire dalla pista progettata per quello.

E così non prendiamo il volo, non apriamo lo sguardo e il cuore, non ci tuffiamo, restiamo legati ed immobili alla percezione altrui, senza riconoscere la nostra.

La vita è come un insieme di tanti boschi che non conosciamo e la paura, spesso, ci fa restare fuori.

Sembra un’amica logorroica che ti viene a trovare quando hai bisogno solo di silenzio. Va educata perché troppo invadente, ma se la riesci a guardare in faccia ed a distinguerla da te stesso, puoi capire davvero quanto tu sia altro da lei.

Non siamo la nostra paura. E non ci indica nemmeno sempre la giusta direzione.

Siamo molto oltre.

E sono le nostre risorse che ci aiutano a ricordarcelo, soprattutto quando la paura arriva prepotente e ti rapisce da te stesso, ti sequestra totalmente.

Entra nel bosco! prova a permettere al tuo cuore di restare legato alle tue risorse, quelle che ti permettono di attraversarlo, non scappare! perché, si sa, se scappi da lei, ti segue come un bambino che vuole giocare.

La paura può essere attraversata senza che ti tinga l’anima.

Perché a tingerla è proprio la certezza che quel bosco tu lo puoi attraversare.

Lo puoi fare se concedi a te stesso l’idea di sentire la paura, senza negarla.

Sì, perché la paura è anche un’amica della quale ci si vergogna, perché apre alla vulnerabilità e quindi si nega e si rinnega.

Ma così lei urla di più, sempre di più.

Io ho paura. Ho paura di tante cose.

Desidero, però, che la paura mi lasci la possibilità di entrare nel bosco comunque, di non perdere le occasioni e le opportunità di crescita, per dare modo a tutte le parti di me di stare in questo cammino così come io lo desidero e non come la paura vorrebbe per me.

Quindi ora, paura, ascoltami bene: io lo so che fai parte di me, ma tu aiutami a proteggermi senza bloccarmi, aiutami a guardare l’altro senza intervenire così che io possa vederlo per ciò che sento e non per ciò che tu mi fai vedere. Aiutami ad avere fiducia anche illuminando i rischi e le incertezze, sei lì per quello, lo so. Aiutami a sentire che posso farcela anche se sei preoccupata per me, mi vuoi proteggere, sei nata nell’essere umano con quello scopo. Permettimi di restare sola ogni volta che ho bisogno di lanciarmi con il paracadute verso ciò che non conosco perché sento che è quello il mio posto.

Sparisci quando senti che mi stai congelando, perché non mi aiuti ad agire, a provare emozioni, a continuare il cammino. Non mi mettere le mani davanti agli occhi quando ci sono strade in salita, radici scoperte, rami taglienti, perché mi togli la possibilità di vedere che posso farcela ad attraversare tutto questo.

Resta con me quando non avverto il pericolo, seppure tu sappia molto bene quanto io lo avverta in mille modi e mille volte, quindi abbi fiducia in me.

Non urlare, parlami sottovoce ed io, pian pianino, riuscirò a trovare il giusto equilibrio con te che mi ami così tanto da restarmi attaccata, facendomi sentire in allerta per gran parte del mio tempo.

Sappi che io nel bosco ci voglio entrare. Io amo la vita.

Non voglio più negare di averti con me, ti riconosco e ti guardo in faccia.

Ci sei e lo accetto.

Non sei una bugia, o una malattia, sei solo una forte e potente emozione per me, ma non sei me.

E allora aiutami.

Abbassa l’intensità.

Abbassa il volume.

Lasciami trovare il mio percorso, lasciami cadere, lasciami rischiare, scegliere e provare.

Prendimi per mano, se vuoi, ma entra nel bosco insieme a me, non lasciarmi fuori.

Io voglio entrare.

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