Il sud.
Il mio sud.
Abbandonato come un cane legato in autostrada sperando che qualcuno passi a prenderlo e poi non passa mai nessuno.
Rassegnato sempre come quel cane che, non vedendo arrivare nessuno, si siede in attesa, senza mai, però, perdere la fiducia.
Pieno di cuore, eh sì, cuore, perché noi al sud non risparmiamo sui sentimenti.
I miei occhi, oggi, sono pieni di lacrime.
Non abito più al sud da tempo, ma nelle mie vene scorre il sangue di quelle terre.
Ed oggi lo sento scorrere caldo, veloce e feroce.
Sì feroce, perché mi sento impotente, perché non capisco come non ci si voglia prendere cura di quel cane abbandonato, che viene lusingato d’estate da chi si riempie la bocca delle bellezze del sud, ma che quando deve vivere la vita vera scappa veloce.
Perché il sud lo vogliono tutti, ma non per la vita.
Perché la vita è una cosa seria, non scherziamo.
Quando stai male hai bisogno di un ospedale che funzioni, quando respiri hai bisogno di aria pulita e non del fumo delle cementerie che ammala di cancro, quando vai nelle spiagge vuoi camminare sulla sabbia e non sui rifiuti.
Poi accadono le tragedie.
Un giorno qualunque esci di casa e non rientri più.
Il cane è stato ammazzato.
Lui gridava, ma nessuno lo ascoltava, tutti attenti dopo.
Sempre dopo.
Dopo i morti e dopo le vite spezzate.
Italia spaccata.
Italia malandata.
Sud abbandonato ancora una volta.
Questo sud che solo chi è del sud ama come una mamma ama un figlio che la fa impazzire, ma che adora più della sua stessa vita.
Ho nelle orecchie l’accento delle persone che abitano in quella terra e per me è casa.
Odori, profumi e sapori a me familiari.
Affetti e legami che resistono al tempo e alla distanza.
Io sono del sud.
Questo voglio urlare oggi più che mai.
Del mio sud.
Di quelle strade che odorano di vita vera.
Di quegli sguardi fieri che hanno sempre voglia di fare.
Di quelle anime lievi che affrontano le giornate con una sana leggerezza solo perché anime profonde davvero.
Poi vedo le immagini delle tragedie e mi chiedo perché nessuno abbia voluto prenderlo quel cane legato in autostrada prima che venisse ammazzato.
Tutti indifferenti.
Tutti pieni di parole e propositi, dopo.
Sempre dopo.
Io, invece, il mio sud lo amo prima, perché ce l’ho nel sangue.
Lo amo durante, perché vorrei proteggerlo e cullarlo.
E lo amo dopo, perché vorrei prendermene cura.
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