Sentirsi rifiutati è come ricevere uno schiaffo in pieno volto quando meno te lo aspetti.
Fa male.
Brucia.
Risveglia emozioni che avevi archiviato e speravi di non provare più.
Ma forse la vita ha ancora qualcosa da insegnarti.
Forse è bene pensare che quel rifiuto sia un dono.
Così come è un dono la lontananza di certe persone che vorresti vicine, ma che vicine non sanno essere ed allora è meglio averle lontane.
Ci si impegna per mostrare il meglio di sé per averle, si lotta e si fanno giri di giostra da vomitare pur di averle al fianco. Ma poi ti fermi e pensi che se al fianco avessero voluto stare, non avresti dovuto nemmeno salire sulla giostra, perché ti avrebbero presa per mano ed accompagnata senza fatica e senza impegno, semplicemente seguendo l’istinto. L’istinto verso di te.
Lo stesso istinto che tu, desiderosa di amore, attenzione e sicurezze, hai seguito fino a percorrere strade che non erano le tue, ma ti avevano attratta perché ci avevi visto una luce, uno scoglio, un faro, e seppure lontano sfocato e traballante, ti ci sei avvicinata e con dolcezza appoggiata.
Ma non era quello di cui avevi bisogno.
E quindi cadi.
E ti fai male. Molto male.
Ma lì a terra, con le lacrime che scendono, il cuore che batte, la testa che ha iniziato la maratona della vita, il sangue che pulsa nelle vene gonfie di dubbi, domande e rabbia, non pensare di essere sfortunata o di non aver saputo cogliere la giusta via, pensa piuttosto che se sei lì, in quella posizione, è solo perché la vita doveva renderti capace di affrontare la salita.
Ricordi? E’ solo in cima che si può ammirare lo spettacolo.
E per arrivarci dovevi passare di lì. Con le tue sbucciature e le tue ferite.
Alzati però, ora alzati! lascia sanguinare le ginocchia e cammina, guarda il cielo e trova il sole.
E se durante il tuo cammino troverai altri fari, altre luci, altri scogli, passa oltre, vai avanti, fino a che troverai un’isola speciale.
Lo sentirai, lo capirai, lo vedrai.
Perché lì in quel posto tu sarai te stessa, senza se e senza ma.
E non avrai pensieri su chi sta fuori, su ciò che tocca dall’esterno, su altro che non sia te stessa, perché solo in quell’isola tu potrai davvero fare la differenza.
E fino a che non la troverai, capirai che hai combattuto contro falsi nemici perché il vero nemico era su quell’isola che viveva.
L’isola: terra del tua anima.
Nemico: te stessa.
Restaci.
Ora restaci e diventa amico di te stesso.
Ma sul serio.
E solo dopo puoi uscire e andare a vivere con le ali aperte e il cuore pieno di te.
Non dovrai rincorrere nessuno.
Sarà la tua energia calamita di ciò che per te è luce, dono e benessere.
Ti volterai indietro e ringrazierai quelle cadute e quelle ferite, senza le quali sull’isola non ci saresti arrivata mai e mai saresti diventata la migliore amica di te stessa.
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