Il mio blog

Mag 15, 2020 | Pensieri | 2 commenti

Fai buon viaggio Maestro.

La prima volta che ho visto Ezio Bosso in televisione sono rimasta incantata. Il mio corpo era incollato al divano e non riuscivo a staccare lo sguardo da lui. Poi ho capito che stava accadendo una piccola magia, di quelle che lui sapeva fare molto bene: cambiare lo sguardo.

E questo accadeva solo perché ciò che la mia mente osservava, era ben oltre ciò che vedeva, ma stava già danzando con il cuore, dolcemente e lievemente, entrando in tutte le “stanze”, come le chiamava lui, della mia anima.

Oggi so perché sento tutto profondamente, perché ciò che guardo e vivo mi tocca negli strati più profondi del mio essere. Oggi, oltre a saperlo, mi concedo di viverlo ogni volta che inizio a scrivere, prendendomi cura di ciò che c’è in me, così come sto facendo ora.

Finita la sua esibizione, quella prima sera, ascoltate le sue parole, mi sono detta che volevo assolutamente il suo album, e così ho fatto.

Ora ce l’ho qui tra le mie mani e mi accorgo che prima di ogni suo brano ci sono dei brevi racconti, scritti da lui, che ne narrano la nascita, scoprendo il suo sentire profondo e realizzando quella magica trasformazione terapeutica che conosco bene.

E allora mi dico che forse è proprio così: la vera ed unica magia, in questo cammino di vita, è riuscire a trasformare le proprie personali note musicali in uno strumento che si prende cura.

C’è chi scrive musica, chi scrive semplici parole, chi romanzi interi, poesie, chi fa teatro, chi cinema, chi coltiva l’orto o fa giardinaggio, chi disegna, chi costruisce, chi dipinge, chi balla, chi ascolta, chi legge, chi cucina, chi crea, chi fa sculture, chi allatta un bambino, chi accarezza un anziano, chi gioca con il suo cane, chi si fa coprire dal calore del suo gatto, chi insegna, di guarda gli invisibili, chi strappa un sorriso ad un bambino, chi asciuga le sue lacrime, chi sostiene un amico.

Ogni volta che qualcuno prova a portare fuori di sè le emozioni, che sente dentro, trasformandole, questa cura inizia ad abitare nel mondo.

Ed è una cura speciale perché fatta di trasformazioni di sé che portano vita e luce, fuori di sè.

Ogni volta che ho ascoltato la sua musica, mi trovavo con un sorriso sul viso, richiamato dalla lievità che ho sempre riconosciuto in lui.

Lievità come capacità di portare leggerezza nelle sfide di ogni giorno. Mi era limpidamente chiaro quando lo guardavo.

Ezio Bosso non era la sua malattia, come ripeteva lui stesso.

Ezio Bosso non era neanche solo le note che creava.

Ezio Bosso era anima che si trasforma continuamente per prendersi cura.

Questo io ho respirato dal primo momento in cui l’ho visto in quello schermo della televisione, ed oggi, nel ricordarlo, ce l’ho chiaramente davanti al cuore, grazie alle mie parole che escono spontanee e libere.

Lievità, la sua, accompagnata e sostenuta dalla forza della vita che non si ferma davanti ad un corpo che non ti accompagna più, perché l’anima, che si manifesta è potente, speciale e luminosa.

Lievità che sprigionava dal suo ampio sorriso che, nonostante le fatiche, non negava mai a nessuno.

Sento attaccate alla mia pelle tutte queste sensazioni e mi sento grata di averlo visto, quella sera, per caso, per la prima volta.

Forse è proprio vero che la luce ha bisogno di “crepe” per uscire, per illuminare il mondo.

A volte le crepe della vita sono piccole, altre molto grandi, ma restano sempre la strada per far uscire la luce che serve a trasformare ed a prendersi cura.

Ezio Bosso aveva la mia stessa età ed avrei voluto che la vita gli donasse ancora tempo per abbracciare un albero o scaldarsi al sole, così come aveva dichiarato che avrebbe fatto, finita la quarantena.

Avrei voluto che la vita gli donasse altri momenti fatti di quella semplicità profonda e preziosa che lui ha dimostrato di saper cogliere nel suo cammino di vita, così in salita, facendo un passo in più: scegliendo di portare nel mondo attraverso le sue note, se stesso.

Avete presente quelle persone che riescono a togliere, a te, la fatica del pensare, a loro, come pieni di pensieri faticosi? Ecco per me lui era così.

Ed anche oggi, se penso a lui, mi dico che tutto è possibile quando non permetti al buio di far abitare in te la rabbia più che il desiderio di accendere una luce.

Credo che la vita vinca sempre quando ti lascia la voglia di viverla.

Perché come ha scritto lui “Il tutto sta nel tocco di una carezza”.

Ed io aggiungo: una carezza che si prende cura.

Sei stato un esempio grande per me Ezio Bosso.

Fai buon viaggio Maestro.

2 Commenti

  1. Roberta

    Mary come sempre quando scrivi emozioni. E lo fai con delicatezza, ma anche passione, forza, meticolosità, curiosità, amore per cio che scrivi ma anche cio di cui scrivi. E lo hai fatto anche in questa occasione in modo sublime. Brava.

    Rispondi
    • mariaelena

      Carissima Roberta, grazie per queste tue parole a me dedicate. Sono stata felice che ti siano arrivate le emozioni che provo. Ciò che scrivo ha sempre a che fare con ciò che sento. Grata che tu mi abbia letto.

      Rispondi

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