Un giorno come un altro, per caso, entro in ufficio con la testa piena di pensieri: cosa far da mangiare alla sera,
se devo andare a prendere le bambine da scuola, dallo sport o dai nonni, non ricordo già più, devo chiamare!
la risposta da dare all’amica per l’aperitivo insieme per la settimana prossima,
il bonifico da fare per il corso di formazione a cui voglio partecipare, dopo tanti sacrifici,
la mamma da avvisare per i cambi di orari del medico,
il papà per dirgli che la sua giacca in lavanderia è pronta a fine settimana,
la vicina di casa che, ancora una volta, non mi ha salutata, chiudendomi la porta in faccia, ma chissà poi cosa ha nella testa!
la cena da preparare, per alcune amiche, promessa mesi prima e sempre rimandata,
un “ti voglio bene” non detto, perché tanto lo farò domani, ho tempo dai!
una telefonata, non fatta, per chiarire con un’amica, perché posso aspettare di incontrarla di persona, in fondo c’è tempo e nessuno mi corre dietro,
ai biglietti per il concerto di giugno, mi devo ricordare di farli entro la settimana prossima e devo chiedere a mio marito se per caso gli interessa, mi sono scordata, vabbè lo farò questa sera!
ai miei vestiti da ritirare dalla sarta, devo averli entro la cena della settimana prossima, se no cosa mi metto?
a comprare i biglietti del treno per il prossimo mese, me lo devo tenere segnato altrimenti mi sfugge.
Sì lo so, ho tutto scritto nella mia mente, come su una tavoletta di pongo fresca, dove, quando si secca, ogni lettera resta incisa per sempre, ma deve avere il tempo di seccare.
Ho tutto nel cuore che pulsa, veloce, allo stesso ritmo delle mie mani sulla tastiera, ed intanto sogno di allenare il coraggio di trovare un lavoro che faccia davvero per me, ma in fondo ho tempo, posso pensarci anche domani.
Ed invece quel tempo non c’è più.
Da quell’edificio non esco più.
Perché un aereo, in un giorno qualunque, ha deciso di entrare nel palazzo dove lavoro. Sì hai capito bene: un aereo dentro un palazzo.
Eppure gli aerei volano in cielo, lontano dai palazzi, ma questo invece, in un giorno qualunque, ha deciso che voleva volare dentro, dove non si vola, dove è vietato.
Ed io, una donna qualunque, in un giorno qualunque, non torno più a casa.
Tutto ciò che dovevo fare, non lo potrò fare più e tutto ciò che ho rimandato non verrà più fatto.
Pensavo di avere tempo per ogni cosa, di avere tempo per amare, per chiarire, per parlare, per sognare, ballare, divertirmi, viaggiare, mangiare, stare con gli amici, fare l’amore, ridere, andare al cinema, piangere di gioia, commuovermi per la delicatezza che mi circonda, sentirmi grata per il mio cane, ma poi questo tempo mi è stato strappato, con violenza, senza poter scegliere.
E magari mi viene in mente che non sono mai stata in Giappone, in Africa, in Egitto, a Salerno e in Calabria, o a Bari, dove sono nata, ma non più tornata e penso che non ci potrò andare più.
Siamo tutte anime, che viaggiano su questa terra, a tempo, senza ricordarlo e così, quel tempo, sfugge o sparisce, a volte senza un perché, a volte al di là della nostra volontà.
Su una cosa possiamo, però, allenarci: sul desiderio di non sprecarlo quel tempo, di un giorno qualunque, pensando che è tutto ciò che abbiamo.
Fermiamoci, quindi, il tempo necessario per guardare in faccia tutto ciò che abbiamo deciso di fare dopo, o domani, o un’altra volta.
Tutto ciò che mettiamo tra i sospesi della vita, perché tanto c’è tempo.
Fermiamoci per trasformare, quei sospesi, in ciò che amiamo fare.
Io oggi l’ho fatto ed ho scelto di scrivere queste righe.
Ho scelto di scrivere per comunicare e ricordare, a mio modo, quel giorno qualunque che porta la data dell’11 settembre 2001, e provare, così, a capire e mettermi dall’altra parte.
Dalla parte di chi quel tempo non ce l’ha più e magari aveva ancora tanti progetti da realizzare e da vivere, tanti abbracci ancora da donare e ricevere, tanti sorrisi, e tanti sospesi che resteranno tali.
Quando ogni mattina ci alziamo e pensiamo che sarà un giorno qualunque, proviamo a pensare che, invece, quel tempo è unico e speciale e magari proviamo a rimandare un po’ meno, aiutando i sospesi della nostra vita a trasformarsi in tempo vissuto, senza sprecarne un solo secondo.
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