Il mio blog

Giu 6, 2021 | Emozioni | 1 commento

Siamo come un iceberg

Oggi ho ricevuto un grande dono: aiutare attraverso le mie parole.

È stato un dono perché mi ha permesso di riportare alla memoria un pensiero radicato in me da tempo: Siamo come un iceberg, solo che lo dimentichiamo vivendo.

Abitiamo il mondo interi, senza ricordare la parte di noi che sta sotto l’acqua, che sentiamo, spesso come un peso, quando prendiamo urti o colpi che ci rompono, ci fanno sentire in pezzi ricordandoci della sua esistenza.

La parte che sta sotto l’acqua ci fa battere il cuore fortemente donandoci, spesso, la sensazione di confusione.

È la casa delle nostre emozioni, figlie della nostra storia.

E noi non siamo mai una storia unica.

Le chiavi per entrare, non le teniamo spesso in mano neanche noi, figurarsi donarle ad altri che magari, andando sott’acqua, annegano nella nostra profondità così riccamente complessa e sconosciuta.

O magari, tornando a galla, non ci riconoscono più e preferiscono restare legati solo a ciò che appare, staccandosi, così, dalla nostra vera essenza.

Fuori dall’acqua è più semplice, non serve trattenere il fiato.

Non serve allenare lo sguardo profondo che va oltre le parole e i gesti.

Sott’acqua, beh è tutta un’altra storia.

Non è per tutti.

Bisogna essere disposti a collegarsi, prima, con il proprio essere più profondo e averne cura.

Ci sta che non se ne abbia voglia.

È complesso, complicato e faticoso.

È una opportunità, ma si può anche lasciarla andare.

Oggi le parole uscite dal mio cuore per aiutare, però, mi hanno ricordato che io posso farlo.

Sì, posso.

Posso ricordare che non sono solo la parte che sta sopra l’acqua.

Posso pensare che la mia storia abbia costruito, come un piccolo seme, una casa che non si vede, che non verrà mai fuori dall’acqua, ma esiste e cammina con me per il mondo, accompagnandomi.

È nata con me.

Mi rende unica.

Preziosa.

Delicata.

Fragile.

Pura.

Vera.

Ho pensato che avere delle relazioni care e mantenerle nel tempo comporta il tenere sempre a mente, ma soprattutto dentro al cuore, questo pensiero: io sono un iceberg! Le persone intorno a me lo sono! Lo siamo tutti!

La vita è navigare e lo scoglio arriva, così come arriva il mare mosso che strappa le vele o che sbatte violentemente contro la parte che non si vede e sta sotto l’acqua.

Oppure siamo noi stessi che navigando pensando solo al sopra, ci dimentichiamo del sotto e prendiamo sentieri fuori misura.

A volte siamo l’uno per l’altro lo scoglio che ferisce.

Può essere una delusione, un traguardo non raggiunto, una parola ascoltata, un gesto mancato, una aspettativa delusa, un pensiero buio, una malattia, una perdita.

E se mi dimentico che, sotto l’acqua, esiste una parte di me profonda, molto più ampia di quella che appare, lo scoglio mi penetra fino a distruggere.

Così come se mi dimentico che la parte più profonda dell’altro è invisibile, posso essere io a far male.

Se invece mi ricordo che è proprio sotto l’acqua che abitano il mio cuore e la mia storia, con cui cerco ogni giorno di fare amicizia, forse lo scoglio non avrà più il potere di distruggere, ma solo quello di insegnarmi a conoscermi e magari il sentiero che scelgo sarà “su misura” o la botta mi trasformerà per farmi crescere ed evolvere o io stessa farò meno male con il mio navigare nel mare altrui.

Se mi prendo cura della mia interezza, forse riesco ad amarmi anche quando non mi capisco, anche quando provo emozioni che vorrei annullare, o permetto a pensieri bui di abitare nella mia mente.

Siamo tutti così impauriti di andare sotto l’acqua a vedere.

E magari restare un po’ con quello che c’è.

Guardando l’invisibile.

È buio, fa più freddo e spesso siamo soli.

Lo sappiamo che lì sotto c’è lo scrigno più prezioso che possediamo.

Ma ne abbiamo paura.

Per primi noi stessi.

Pensiamo che condividerlo sia perdere la nostra forza, o magari correre il rischio di non essere più amati perché visti davvero.

Lo lasciamo nascosto, a noi stessi e agli altri.

E ci sentiamo sicuri di quello che appare perché ce lo siamo costruiti su misura del mondo che viviamo, senza spesso ricordare che l’unica misura da prendere è quella verso ciò che abita in noi.

Ciò che non si vede ci guida e spesso ci salva.

Oggi me lo sono ricordata.

Non cambierà posizione, non verrà a galla perché l’iceberg è fatto così, ma possiamo permettere a ciò che non appare di diventare evidente e viverlo con autenticità, se ce ne ricordiamo e con cura gli permettiamo di farlo abitare insieme a noi, nella parte sopra l’acqua.

Non sforziamoci di vivere separati o in pezzi.

Siamo interi.

Ed è sola nella nostra interezza che possiamo imparare a deporre le armi.

Verso noi stessi e verso gli altri.

E magari scoprire che possiamo accompagnare sotto l’acqua, se lo desideriamo, chi amiamo e insieme scoprire ciò che ci abita.

Un po’ come guardarci nel profondo con reciprocità concedendoci la possibilità di viverci davvero con trasparenza e fragilità.

Io oggi mi sono detta che posso e voglio farlo.

Queste mie parole spero possano aiutare anche chi legge a ricordare che questa possibilità e opportunità esiste per tutti.

Maria Elena

1 commento

  1. Alessandrea

    ❤️

    Rispondi

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