Voglio ripartire da me.
Il mio laboratorio di scrittura per fiorire del 26 maggio non parte.
Ho capito che non basta il mio cuore e la mia volontà.
Ho capito, però, che è importante continuare a crederci davvero, ma non nel progetto in sé o in ogni azione che deciderò di mettere in atto, ma in me stessa, nella mia anima così come è.
E per crederci è necessario imparare a fallire e reinventarsi continuamente.
Ecco perché oggi ho deciso che riparto da me, celebrando anche ciò che non va, perché anche questo fa parte del mio cammino di vita.
E lo condivido per un senso di utilità che mi spinge fortemente: spero che queste mie parole possano servire a qualcuno.
Sono stati giorni molto difficili per il mio cuore, in apnea per una persona a me carissima.
Mi sono sentita un po’ come quando tutto il mondo va avanti e tu sei lì, ferma e congelata incapace di procedere nel cammino della vita.
Ho guardato in faccia le mie paure, in particolar modo la paura della morte su cui sto lavorando da diversi anni.
Con fatica.
Tanta.
In alcuni momenti tantissima.
Ma con desiderio profondo perché mi spinge l’amore per la verità e la morte è una verità della vita.
E quando penso di aver un po’ imparato ecco che arriva un evento che mi insegna ancora una volta che, come dice Bauman, “la felicità non è una vita senza problemi, ma il riuscire a controllare le sfide della vita.”
Io amo più usare la parola navigare che controllare, perché mi riporta ad una sensazione di flusso al quale affidarmi senza fare resistenza.
E come faccio ad affidarmi al flusso della vita quando ciò che accade mi fa male?
Forse ricordandomi di me, senza perdermi.
Forse allenando la fiducia in me stessa, nelle mie capacità e nelle mie risorse.
Forse amando i miei limiti.
Ricordando le cicatrici che restano.
Forse prendendomi cura della mia diversità.
Sì perché io sono diversa!
Possiedo una neurodiversità che si chiama Alta Sensibilità.
L’ho scoperto non da tanto, ma è stato un dono grande perché ho finalmente compreso che è attraverso questo tratto che abito e guardo il mondo.
Tutto entra nel cuore profondamente, tutto avviene nella mente in maniera ramificata, tutto arriva ed esce senza filtri, senza selezione di informazioni.
Sia le emozioni piacevoli che quelle spiacevoli.
Ho capito di essere una persona che tenta e tentare espone a due grandi rischi:
fallire ed essere criticati.
Due nemici feroci per una persona altamente sensibile.
Nemici dai quali, per difendermi, spesso mi sono immobilizzata.
Oggi so che possono diventare anche amici preziosi perché hanno illuminato la mia vulnerabilità, il mio dolore, la mia rabbia, il non sentirmi mai abbastanza o sbagliata o desiderare di essere un’altra.
E quando si prende consapevolezza di quello che ci abita si ha una grande responsabilità: quella di essere abili a dare risposta di sé, senza lasciarsi accadere.
Così mi ricordo che questo mio tratto è anche un dono prezioso che la vita mi ha fatto, perché mi permette di sentire e vedere oltre, senza dimenticare che tutto ciò che accade è solo uno specchio che mi aiuta a prendermi cura di chi sono e di chi voglio essere.
Quando qualcosa non va per come l’ho sognata, la voce severa del mio giudice interiore suona ancora musica ad alto volume, ma un modo esiste per girare il tasto quasi fino a mettere in muto:
C’è sempre qualcosa per cui dire grazie.
Ecco io voglio prima di tutto ringraziare me stessa per narrare chi sono con umana trasparenza.
Ringrazio per quello che c’è già stato nella mia vita e per quello che deve ancora avvenire.
Ringrazio anche per quello che non è andato, ci sarà un perché, anche se oggi risveglia memorie spiacevoli.
Ho letto che l’unica “vergogna che dobbiamo accettare è quella che ci fa arrossire dolcemente e mai invece quella che ci impedisce di essere ciò che siamo, mai quella che assottiglia la nostra identità e toglie forza alla nostra autostima”.
La vita è fatta di vette e di valli.
Ed anche quando mi sento in una valle senza vedere il panorama delle vette, so che esistono, per me, opportunità che posso cogliere, solo partendo, però, dal guardarmi davvero con vera cura.
E questo non posso farlo cancellando ciò che non mi piace.
Ma posso farlo vivendo la fiducia nel processo e seguendo il flusso della vita.
Maria Elena
Grazie Mariaelena, la tua purezza la tua verità condivisa mi ha risuonato, grazie di averne fatto dono. ❤️
Grazie a te Raffaella per aver letto le mie parole.
Sei stata talmente efficace nel raccontarti che hai scattato una fotografia della tua bellissima e complicata essenza ❤
Grazie Viviana per aver letto le mie parole e spero che, oltre alla fotografia trasparente di ciò che ho vissuto, le mie parole possano essere utili ad altri.
Oggi abbiamo bisogno di essere, di naturalità, di trasparenza. Grazie Maria Elena
Grazie Aida per aver letto le mie parole e per aver desiderato di mettere il tuo commento!