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Gen 10, 2021 | Emozioni | 0 commenti

I miei pensieri

Se i miei pensieri fossero persone presenti nella mia casa, non ci sarebbe più posto neanche per un sottile filo di raso usato per impacchettare i regali a Natale.

Non ci sarebbe più uno spazio vuoto.

I miei pensieri sono attori che recitano film no-stop, come se fossi davanti ad una maratona di serie televisive senza neanche andare in bagno.

I miei pensieri sono colori scuri quando la paura è l’emozione che fa da padrona e colori accesi quando l’entusiasmo bagna il corpo come una pioggia che porta benessere.

Il passaggio è pieno anch’esso.

Colorato e pieno.

Perché io lo so che dietro ogni pensiero c’è una emozione e che le emozioni condizionano i miei pensieri, è un sodalizio antico che crea, ogni volta, scenari unici e inaspettati o prevedibili e difficili, senza dubbio sempre complessi.

Sì! perché la complessità è tenere insieme e farlo con ogni parte che abita in me di fronte ad ogni esperienza che vivo, è una impresa che richiede trasformazioni continue, possibili anche grazie ai super poteri che esistono nelle favole, non nella vita vera. Anche se spesso quando mi volto a guardare ciò che ho vissuto, mi dico che qualche magia l’ho fatta eccome!

I miei pensieri amano viaggiare non sulle strade, ma nel mio corpo come fossero serpenti che strisciano senza lasciare nessun pezzo di pavimento libero.

Dalla mente arrivano alle stanze del cuore, attraversano lo stomaco si tuffano nell’intestino come se fosse un gonfiabile al party di fine anno, e spesso non vengono espulsi perché restano lì in dormiveglia, vigili e pronti a riscattare sull’attenti al minimo segnale di allarme. Il punto è che per la mia mente allarme è ciò che per altri è una semplice spia accesa. E quindi mi sento come se fossi in uno stato di allerta perenne che mi ricorda di essere pronta ad ogni evenienza, dalla più piccola alla più grande.

Pronta e attenta a tutto ciò che mi circonda.

Pronta ad esserci, senza chiedermi se c’è spazio, energia e forza.

Allora mi ricordo di chiedere aiuto al mio corpo provando a creare una stanza differente per ciascun pensiero, senza che si accumulino nel salotto del cuore creando assembramenti indesiderati e faticosi.

Lo inizio a scrollare imitando il mio cane, corro, ballo, salto alla corda e canto come se volessi preparare un cocktail di me stessa non da bere, ma da vivere.

La testa gira e le gambe tremano perché i pensieri iniziano, così, ad andare in circolo strappando schemi cristallizzati come ragnatele che hanno bisogno di essere spezzate.

Lo so che la mente è come un vaso e come tale ha un massimo di capienza, tranne la mia che sembra riempirsi senza posa.

È in quel momento che la mia mano prende la penna ed inizia a scrivere parole che formano buchi che permettono al vaso di far uscire ciò che bene non fa.

Parole che curano, che accarezzano e che rendono dolce ciò che sento amaro.

Parole che diventano la melodia di cui ho bisogno per guardarmi.

Non sempre è semplice da comprendere.

Sono parole che parlano di me, dei miei pensieri, del mio cuore e della mia voglia di luce nonostante tutto.

Sono parole che parlano di pensieri che spesso tengo al segreto nel mio cuore, perché la mancata condivisione è pari al mio desiderio di portare luce.

È pari alla voglia di esserci.

La luce per essere vista ha bisogno di crepe, di spazio, di tempo, di cura, ma soprattutto ha bisogno di pensieri amorevoli, gentili e indulgenti verso me stessa.

Questo è per me scrivere.

Insieme alla penna prendo in mano quel nastro di raso sottile e lo tengo davanti agli occhi per ricordarmi che almeno una piccola fessura devo crearla per far uscire qualche pensiero, o semplicemente per condividerlo scrivendolo e portandolo nel mondo.

La scrittura mi permette di far entrare la luce di cui ho bisogno per ricaricare l’energia che mi ricorda l’amore per me stessa.

Sì perché io ho bisogno di ricordarmelo.

Molto spesso.

E poi agirlo quel ricordo, trasformando i pensieri in parole scritte.

E prendermi, così, davvero il tempo che mi serve a far entrare la luce oltre che portarla nel mondo.

 

 

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