12 MAGGIO 1980-12 MAGGIO 2020
Ciao zio
Questa mattina voglio scriverti una lettera e mi piacerebbe tanto che ti arrivasse. Scegli tu come. Io lo capirò che la stai leggendo.
Avrei tanto voluto crescere con la tua presenza, sono certa che sarebbe stato come avere un colore in più nel mio arcobaleno degli amori. Quel colore manca. Nessuno può sostituirlo, perché ognuno ha il suo.
Avevo 8 anni quel 12 maggio del 1980 ed, a quell’età, le favole che ti raccontano sono solo quelle a lieto fine, dove i cattivi vengono sconfitti dai buoni. Non mi aspettavo di vivere un finale vero, fatto di cattivi veri che strappano dalla vita vera e da amori veri che abbattono i veri buoni.
Nei miei ricordi c’è un sorriso indimenticabile che è quello del mio cuore quando stavo con te. E’ presente e vivo, come se tu, oggi, fossi ancora qui al mio fianco. Sarà che lo alimento ogni volta che ti penso.
E se fossi rimasto con me? Che bello sarebbe stato zio!
So che avresti partecipato alla mia vita come solo tu sapevi fare, insegnandomi l’ironia e il non prendersi troppo sul serio, ma mantenendo sempre una rettitudine, una determinazione e una voglia di vita fatta di valori veri radicati nel cuore.
Sai zio? Non ho mai respirato una rabbia vendicativa, ma solo una rabbia che trasforma il dolore nella forza della memoria e credo che questo miracolo lo abbia fatto tu.
Io sono certa che, ognuno di noi, abbia un disegno di vita con già le date di inizio e fine ed a noi, nel mezzo, è concessa l’opportunità di colorarlo, alcuni colorano un foglio grande, altri un piccolo pezzo di carta, altri ancora dei manifesti, tu per me zio hai colorato un foglio troppo piccolo, ma che è rimasto invariato, nei colori, ancora oggi, dopo 40 anni. Chiedersi perché non sempre aiuta, perché a volte, a certi strappi violenti, un perché non c’è e, se anche ci fosse, non aiuterebbe comunque a sostenere il dolore.
Voglio che tu sappia, caro zio, che la vita, senza di te, non è stata facile per tutti coloro che ti amavano infinitamente, ma questo tu già lo sai perché ci hai protetto dalla disperazione che ci avrebbe fatto perdere nella tragedia.
Si dice che la vita ti fa arrivare tutto quello di cui hai bisogno per crescere e per evolvere, eppure ci sono certi “cambi-programma” che mi piacerebbe un sacco che ci fossero. Un po’ come quella sensazione di riavvolgere la pellicola e prima che accada l’evento, stoppare e cambiare film. Sì, mi piacerebbe tanto zio e, forse, piacerebbe anche a te.
Quando ti scrivo so di essere una donna adulta, eppure sento che le mani sono guidate dal cuore di quella bambina di 8 anni che si trovò, all’improvviso, senza un colore del suo arcobaleno degli amori, un colore brillante che avrebbe illuminato come solo un amore autentico e profondo sa fare.
Sono grata per averti avuto anche se per poco e sono grata di avere la serenità, oggi, per accogliere la mia tristezza e asciugarmi le lacrime, dolcemente, come se ci fossi tu al mio fianco a porgermi un fazzoletto dicendomi: “Asciugale… Io sono qui. Sono sempre qui.”
E’ vero zio, tu ci sei.
Sempre.
Nel mio cuore.
Ciao zio!
La tua nipotina Maria Elena
ALFREDO ALBANESE Commissario Capo di P.S. vittima di un attentato terroristico ad opera delle Brigate rosse il 12 maggio 1980 a Mestre, mentre si stava recando al lavoro. Lasciava mia zia in attesa del primo figlio, nato cinque mesi dopo.
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