Ciao Teresa…
“E’ morta. Sto correndo da lei. Ma tu non puoi venire con me. Non può venire nessuno”
Queste le parole che ho ascoltato, tra le lacrime, della mia carissima amica Milena l’11 marzo, giorno in cui ha perso la sua mamma Teresa. Lo sapeva che sarebbe accaduto, era ammalata, ma chissà perché la speranza che all’improvviso qualcosa possa stravolgere le carte in tavola, ci accompagna sempre, specie quando vediamo lentamente spegnersi la luce di chi amiamo infinitamente e non vorremmo mai veder partire.
Una madre ti accoglie nella sua anima, ancor prima che nel suo grembo e tu lo senti che le tue radici sono in lei.
Da quando nasciamo sappiamo che, un giorno, la nostra luce si spegnerà.
Passiamo tutta la vita a fare pace con questa idea, perché, noi, la vita la amiamo eccome!
C’è chi è più bravo e chi lo è meno.
Ci affidiamo con fiducia ad una Intelligenza più grande di noi che tutto sa o almeno speriamo che sia così.
Teresa ripeteva sempre “sia fatta la tua volontà” riuscendo ad accogliere con fiducia ciò che stava accadendo. Lei era sicuramente tra quelli più bravi.
Ha saputo accogliere il dolore della fine, senza perdere il desiderio di amare.
Ognuno fa il meglio che può, con quello che ha. Lei, senza dubbio, lo ha fatto. Ed insieme a lei la sua famiglia.
Le sofferenze del distacco riusciamo ad attraversarle anche grazie ad una zattera speciale: l’amore delle persone che ci riescono a stare vicino. Questo è negato al tempo del Covid.
E’ così che ha vissuto Milena per mesi. Senza poter stare liberamente quanto voleva con il suo papà che vegliava la sua sposa con amore prezioso, non poteva stringerlo a sé e non poteva tenere, insieme a lui, la mano della sua mamma. Non si poteva stare insieme in ospedale, dovevano fare i turni nella solitudine. Troppo rischioso. Vietato stare insieme per decreto, accettato con rabbia e dolore.
La morte è già così faticosa da accogliere con serenità, abbiamo bisogno di essere accompagnati, ed invece il Covid ci regala quel senso di impotenza per non riuscire a donare a chi amiamo i nostri occhi, la nostra voce, le nostre carezze.
Sono questi i momenti in cui penso che ci abbia portato via molto più che le persone che amiamo, perché ci ha tolto la possibilità di amarle fino all’ultimo respiro, donando loro la nostra presenza consolatoria, il nostro calore e il nostro “esserci”.
Io non sono un medico, non sono un virologo, sono solo un’amica che scrive.
Attraverso le mie parole cerco di donare ciò che non ho potuto fare, nemmeno io, con il mio corpo.
E’ stato doloroso non correre da Milena per abbracciarla e stringerla a me.
Il corpo ci aiuta tanto nell’amore.
Quando le parole si strozzano in gola, ci basta uno sguardo.
Quando ti senti impacciato perché temi che ogni parola sia inutile o banale, ti basta asciugare le lacrime che scendono sul volto di chi soffre, per sentire che il tuo amore è arrivato a destinazione.
Ma nella lontananza è tutto più difficile, complicato, differente.
Vogliamo fare arrivare il nostro cuore che scalpita dentro ad un corpo bloccato altrove.
E’ stato così per me.
Avrei voluto salutarti Teresa, ma non ho potuto.
Avrei voluto correre da te Milena, dal tuo papà e stringervi con tutto il mio amore. Non ho potuto.
Così ho deciso di provare a scrivere una lettera per Teresa, nella speranza che le possa arrivare ciò che il Covid mi ha rubato: il desiderio di stare vicino a Milena in un momento così doloroso della sua vita: quello in cui capisci che le braccia della tua mamma non ti potranno stringere più.
Cara Teresa,
ti ho conosciuta tantissimi anni fa, ero una ragazza e tu una mamma piena d’amore da donare. Mi hai chiamata “tesoro” quasi subito, ed io ho imparato a farlo da te, non te l’ho mai detto, ma è così.
Mi facevi sentire davvero un tesoro quando mi chiamavi così, ed ho imparato la magia dell’usare quella parola.
Eri sempre pronta a ringraziare gli altri, senza curarti di ringraziare te stessa per la luce che hai sempre saputo donare, ma non te ne accorgevi forse, perché ti veniva naturale, così come scorre l’acqua nel fiume.
Non so se ti ho mai vista ferma per più di cinque minuti, per te il tempo era come un grande contenitore da riempire solo per essere utile agli altri. Presente senza volere essere invadente. Dopo un po’ “toglievi il disturbo” tu dicevi, senza sapere che tu portavi solo sostegno e lo hai fatto fino a che hai potuto.
I tuoi abbracci stretti, figli di un desiderio, potente e semplice al tempo stesso, di amare.
Quante volte mi hai detto “Che Dio ti benedica” per ringraziarmi di essere vicina a Milena? ed io ti rispondevo che Dio doveva benedire te che l’avevi messa al mondo.
Ricordo ancora quando mi hai fatto vedere i vestiti che avevi deciso di comprarti per il matrimonio di Milena, eri indecisa tra due e hai chiesto a me, poi mi hai detto: “Io sono così Mary, semplice, non sarò bellissima magari, ma io mi sento così”. La tua emozione ti vestiva meglio di qualsiasi abito, mi sono commossa tantissimo quel giorno.
Non ti ho detto però che non dovevi preoccuparti Teresa perché tu saresti stata bellissima comunque, perché la tua bellezza non aveva nulla a che vedere con i vestiti, o con ciò che appare, tu hai sempre fatto della semplicità il bene più prezioso, in ogni occasione e questo ti donava una bellezza unica, speciale e preziosa, che era quella di essere semplicemente tu.
Teresa tu davvero avevi la semplicità nel cuore. Ho conosciuto ben poche persone così.
A te bastava avere il tuo amatissimo Giovanni al tuo fianco, mi ricordo quando una volta mi hai raccontato, ancora emozionata e grata, quando e come ti sei innamorata di lui, tantissimi anni fa, e ho ben in mente i tuoi occhi che guardano i suoi fino a che sono stati aperti.
A te bastavano i tuoi adorati figli, tutti, senza nessuna differenza, ne hai messi al mondo quattro perché, ne sono certa, il tuo amore da donare è sempre stato infinito.
A te bastavano i tuoi adorati nipoti che hai accolto ed adorato come solo una nonna speciale come te poteva fare.
Sei stata una mamma per i tuoi generi e nuora, hai voluto loro bene, aprendo le porte della tua famiglia, ma soprattutto del tuo cuore, in maniera unica, semplice, a volte con un piatto caldo al momento giusto, altre volte con una camicia stirata, sempre con una presenza a volte silenziosa, ma pur sempre operosa. Voglio portare nel mio cuore le risate che ho visto nel video di Natale che mi ha dato Milena, in cui avevi tutta la tua adorata famiglia che sorrideva con te e per te, nonostante tutto, perché a ridere era l’amore che vi univa e che vi sosteneva gli uni agli altri. Quel miracolo lo hai fatto tu Teresa.
A te bastava semplicemente amare, questo mi hai insegnato.
Ha ragione Milena a dire che tu eri amore e amore resterai per sempre.
Hai sofferto come non meritavi, ma comunque hai accettato ripetendo in ogni istante “sia fatta la Tua volontà”. Ho pregato, anche io, perché Dio facesse la sua volontà, come mi avevi chiesto tu, negli ultimi momenti, tramite Milena, io l’ho fatto Teresa ed ora tu sarai nella luce e nella pace di quel Dio in cui hai sempre creduto e mai abbandonato anche nei momenti più tremendi.
Oggi Teresa sei nata a nuova vita, mi piace usare queste parole per te. Sono parole di luce e speranza ed è quello che tu hai vissuto in questa terra.
Non sono potuta venire ad abbracciarti per la situazione attuale, non sono potuta venire a salutarti oggi e non ho potuto abbracciare tutta la tua famiglia, la “mia” Milena che ho portato nel mio cuore in ogni istante in questi mesi, mi fa male pensare che il saluto che tutti potranno farti, non potrà essere fatto di sguardi, di persone che si stringono le une alle altre, unite ancora da quell’amore che tu hai distribuito come esempio. Tu non hai mai amato essere al centro dell’attenzione, e neanche fare troppe cerimonie, o le cose “troppo in grande” come dicevi tu, perché, con la tua umiltà, stavi sempre un passo indietro. E chissà forse, oggi, ciò che a me fa male nel non poter venire da te, a te va bene anche così perché tu sai, meglio di me, che ciò che conta è l’amore e l’amore non ha bisogno sempre di corpo, l’amore spesso non ha a che fare con il toccarsi e tu ancora una volta, oggi, me lo hai insegnato.
Chiunque abbia avuto il dono di incontrarti nel suo cammino, sono certa che si senta grato, come me, in questo momento.
Ora abiterai nel mio cuore per sempre.
Ciao Teresa fai buon viaggio.
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